Stefano Leonardi – flute, alto flute, bass flute
Stefano Benini – flute, alto flute, bass flute, didjeridoo
Michele Gori – flute, alto flute, bass flute
Matteo Turella – guitar
Enrico Terragnoli – acoustic bass
Nicola Stranieri – drums
label: Nu Bop Records, 2012
Recorded on December 11, 2010 at Cat Sound Studio, Badia Polesine, Italy
Mixed and mastered by Mario Marcassa at Cat Sound Studio, Badia Polesine, Italy
Liner Notes by Giorgio Mortarino
Quando il flauto è spregiudicato. Un CD bello e insolito (da non perdere), o meglio “una ricerca flautistica spregiudicata e nomade”, come scrive Giorgio Mortarino nella nota di copertina.
– Franco Fayenz, Il Giornale
Il repertorio è fresco, il solismo spigliato, e le combinazioni di flauti, con gli impasti a cui danno luogo, oltre a essere estremamente godibili ci dicono che risorsa ancora poco valorizzata l’utilizzo di più flauti possa rappresentare.
– Marcello Lorrai, InSound
L’energia ritmica si alterna ad esecuzioni più controllate, a momenti in cui jazz e progressive sembrano alternarsi senza soluzione di continuità. Ciò dimostra la notevole cultura musicale dei partecipanti ed il divertimento con cui approcciano il tutto, pieni di vitalità.
– Vittorio Lo Conte, Music Zoom
Ovunque, sia come sia, tutti si muovono con perizia e assoluta padronanza della materia. Magari non nuovissima, ma di solidissima fattura.
– Alberto Bazzurro, All About Jazz
Nella grande varietà sonora spiccano l’energia selvaggia, gli assolo collettivi e le atmosfere tribali, che rendono l’ascolto di ‘’Moiré’ un’esperienza intensa.
– Eugenio Mirti, JazzIt
Flauto, flauto basso, flauto alto. Ma anche didjeridoo, e poi una sfrenata ritmica chitarra-contrabbasso-batteria. […] I flauti si intrecciano con estrema libertà, lasciando tuttavia giusto spazio alla ritmica che si ritaglia dinamici e spigliati momenti in trio.
– Vincenzo Fugaldi, JazzItalia
La ricerca ha il suo centro di gravità nella libera improvvisazione tra flauti, in un suggestivo quanto meticoloso connubio di timbri e motivi diversi.
– Angelo Leonardi, Musica Jazz
La solidità della pulsazione veloce rende agile il percorso di questo insolito collettivo: una personale sintassi cromatica e cameristica anima le interferenze avanguardistiche dell’improvvisazione, ai limiti del free jazz e dell’elaborazione istintiva, un’esperienza piena e sperimentale che intriga anche l’ascoltatore più smaliziato.
– Fabrizio Ciccarelli, Roma in Jazz
Il sestetto riesce a tracciare un disegno di astrazioni assolute generato da iniziali momenti di puro impressionismo, arrivando a un passo dall’informalità.
– Luigi Sabelli, l’Arena
Il jazz italiano sta maturando, se ci sono uscite come queste, e dischi come ‘Moiré’ fanno la felicità del jazzofilo più accanito, alla ricerca di nuovi territori da esplorare. […] Da ascoltare e riascoltare.
– Francesco Bove, Flanerì